L’escursione si snoda attraverso un paesaggio molto vario, prima nei dintorni di Milano, attraverso le zone umide, le antiche ‘marcite’ e i lunghi filari di pioppi e i campi coltivati. La strada statale n° 35 costeggia il naviglio di Pavia, importante canale lungo 33 km utilizzato fin dalla sua costruzione, nel XVI sec. non solo per l’irrigazione ma anche per scambio di merci tra il Pavese e tutta l’area confinante con il Piemonte fino ad arrivare alla Liguria. Attraverso paesaggi pianeggianti, antiche resorgive tiepide, cascine ristrutturate, grandi silos, piccoli insediamenti, si arriva a Pavia, città che ha saputo tutelare il suo centro storico in cui si distingue il ponte coperto sul Ticino.
Si prosegue verso sud in direzione di Casteggio, dove è stato trovato un tralcio preistorico, poi verso Salice Terme e Rivanazzano che sono stazioni termali immerse nella vegetazione vicino al fiume Staffora. E’ una zona al confine tra Piemonte ed Emilia Romagna e Liguria. Finalmente, dopo aver visto in lontananza Voghera, cominciano a delinearsi una serie di colline che costituiscono l’avamposto calcareo dell’Appennino emiliano. Esse, con la caratteristica disposizione a ventaglio, esposte dolcemente ai raggi del sole si prestano alla coltivazione della vite che ha bisogno di questo tipo di terreno e di una posizione favorevole.
La punta dopo il Po, l’Oltrepò Pavese, è popolato soprattutto in queste conche dove ci si può fermare in una delle cantine tipiche per assaggiare pinot, bonarda, riesling, barbera e i vini bianchi e rosati frizzanti, fatti come lo spumante francese. Il percorso ha la forma di un arco con la punta costituita da Varzi.
Inoltrandoci nell’alta valle Staffora, ricoperta di boschi, le colline cominciano a diventare veri e propri contrafforti appenninici. Varzi è un borgo importante di questa zona per la sua storia e i suoi prodotti; le strade strette e i portici contraddistinguono questo insediamento, noto fin dall’antichità perché situato in un punto strategico tra la costa ligure e l’entroterra padano.
Tanti borghi che via via elencheremo si trovavano lungo la Via del Sale, un antichissimo percorso che metteva in comunicazione la pianura Padana con il mar Ligure. La merce più preziosa era il sale, utilizzato per la conservazione dei cibi, insieme all’olio ligure, a lana, pelli, cuoio, lino e canapa provenienti da terre lontane, comprato in cambio del vino e di altri prodotti originari del territorio padano.
Il pane con il famoso dolce salame di Varzi è il giusto premio dopo la lunga passeggiata!
Varzi è attraversata dalla Staffora e lungo il torrente c’è una lunga passeggiata chiamata appunto ‘la via del sale’.
Da Varzi si può puntare al monte Penice e qui comincia una rarefazione dell’intervento dell’uomo sull’ambiente, meno case e coltivazioni ma molti punti per soste pic-nic. Si passa dai castagni e querce a pini e abeti. Si può arrivare a piedi al Santuario della Madonna, situato nel punto più alto della passeggiata. Lungo questo arco verdeggiante che è iniziato come abbiamo detto vicino alle terme di Salice si sente il sapore antico una campagna genuina e i sentieri a piedi, in bici, o… a cavallo sono una sorpresa e sono disseminati qua e là, con le indicazioni su un segnale di legno. Si visitano paesini immersi nei boschi di un verde intenso, Zavatterello con il suo Castello, Fortunago con la Chiesa in pietra grigia; S. Maria della Versa è all’estremità a est dell’arco immaginario e qui già si vedono in lontananza le nebbie azzurrine della pianura padana. Santa Maria della Versa è un altro luogo tipico per ristorantini e rifornimento di vini. La val di Nizza è proprio il percorso per gustare i vini tipici, costeggiando il fiume Nizza, affluente dello Staffora. A Ponte Nizza si può fare una deviazione per visitare l’abbazia romanica S. Alberto di Butrio
Gabriella Capone