Il Newseum di Washington è stato chiuso ai visitatori il 31 dicembre 2019, in attesa di sistemare tutte le testimonianze in un altro luogo.
Mi piace utilizzare il presente per descrivere questo luogo così importante in una società delle Immagini e della Comunicazione. Questo Museo era nato per affermare l’importanza della libertà, celebrata nel primo emendamento della Costituzione Americana, sotto le forme di libertà di religione, di parola, stampa, di riunione e di petizione. Il famoso emendamento è inciso in un pannello attaccato alla facciata del palazzo. Nel 2019 il Time ha definito il Newseum uno dei luoghi più grandi del mondo.
Qui non è il giornale che pubblica le notizie ma sono le notizie che diventano esse stesse manifestazione della Storia del mondo.
Quando si parla o si pensa al giornale si fa subito riferimento all’edicola, icona delle Piazze principali delle nostre città. Ora sono rari i giornalai e invece sono diffusissimi i giornali sul web e le novità e le notizie si diffondono anche attraverso i video proiettati soprattutto nel Centri Commerciali per attirare i visitatori anche con questa tecnica.
Il Grande Ritrovo delle notizie si trovava a Washington, al numero 555 di Pennsylvania Avenue, famosa arteria che collega il Campidoglio con la Casa Bianca. E’ il percorso più famoso della città perché il Presidente, quando viene eletto, lo onora con la sua presenza, tra due ali di folla acclamante.
Siamo al centro del classico itinerario turistico della capitale degli Usa, ricco di ‘moderno’ e ‘antico’ nello stesso tempo. Si possono fare soste vicino ai grandiosi palazzi di fine ottocento come l’ex palazzo della Posta ora Hotel Trump oppure rifugiarsi, nel caldo torrido dell’estate americana, in uno dei numerosi coffee shop che sempre più offrono bevande salutari a base di frutta e verdura, più che caffè e dolci come una volta.
Il tratto più ricercato dai turisti e dai visitatori è lungo circa 2 km.e unisce i due simboli degli Usa, i due bianchi edifici in stile neoclassico la White House e il Capital Hill
Quasi alla fine di questo lungo e sinuoso viale che non ha nulla da invidiare ai boulevard francesi c’è il Museo delle notizie. Newseum è la ‘notizia fatta Museo; c’è comunque un’ampia predilezione per ciò che è avvenuto e avviene negli Usa. C’è tanto da vedere in tutte le aree tematiche, in ognuno dei sette piani del palazzo. Come in tante scenografiche costruzioni degli Usa si sale con un bell’ascensore in vetro trasparente, dal quale si può vedere una prima carrellata del contenuto dei vari ambienti. Dalle vetrate che delimitano le esposizioni si vedono i grandi spazi di Washington e dalla terrazza dell’ultimo piano si può godere di una bella visione del Campidoglio e leggere in un ‘batter d’occhio’(si fa per dire ) la prima pagina del giorno dei quotidiani del mondo, per l’Italia risulta esserci ora La Stampa e il Giornale di Vicenza.
Al piano terreno ci sono le foto che oltre che belle fanno rivivere un momento di vita e hanno guadagnato il premio Pulitzer, riguardo al fotogiornalismo, anno per anno, dal 1917 con interruzioni complessive di 9 anni. Però a volte è stato assegnato a due o tre persone. Ci sono foto che fanno rabbrividire come quelle della guerra del Vietnam o quelle di salvataggi in situazioni impossibili.
Ma anche al quarto piano ci si commuove per la presenza dei reportage dell’11 settembre, quando le notizie hanno preso consistenza di una visione drammatica e ogni comunicato aveva la caratteristica dell’incredulità e sembrava una vana corsa contro il tempo, per trovare vite umane. Ci sono anche reperti come l’antenna della Torre Nord, raccolta tutta deformata dal calore tra le macerie. Al quinto piano c’è la storia dei giornalisti morti sul lavoro ed è un numero impressionante: 2300!
Nelle bacheche illuminate c’è l’evoluzione nel tempo dei mezzi comunicazione, una mostra che si trova anche in altre sedi ma che qui raccoglie testimonianze veramente rare come telefoni e telegrafi antichissimi e documenti su carta impensabili!
Al secondo piano c’è uno studio televisivo in cui si possono fare simulazioni di una trasmissione giornalistica. I più importanti reperti del Muro di Berlino sono raccolti in una Galleria. Tutto il Museo si suddivide in Gallerie(mostre sulle varie tematiche) e ‘Teatri’(luoghi in cui si possono vedere filmati sugli argomenti delle mostre delle gallerie). Fbi, Ufficio Federale di Investigazione è rappresentato con varie testimonianze, nel basement, vicino al bar-ristorante e qui si vedono soprattutto le nuove azioni contro le minacce informatiche mondiali. Insomma questo non è un museo ma è un giornale, è la comunicazione che diventa più che protagonista e si espone con tutte le possibili implicazioni.
Il Freedom forum si è trasferito in uffici temporanei nel centro di Washington.
Gabriella Capone