Il valore dei congressi è inestimabile, a partire dall’impatto che ha sul territorio generando profitti per le strutture ricettive, per gli organizzatori e per tutti coloro che si occupano dei servizi paralleli. Inoltre, chi partecipa ai congressi spende in media il doppio di quello che spenderebbe un turista.
L’industria dei congressi e degli eventi riparte dopo il lungo stop forzato dovuto alle norme di sicurezza imposte dalla pandemia: chiusura delle sedi fino al primo luglio e l’apertura con capienza ridotta dal primo luglio al 2 dicembre.
La conferma della ripresa è testimoniata dai dati della ricerca: nel 2021 in Italia sono stati realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido (presenza e da remoto) registrando un aumento del 23,7% rispetto al 2020; i partecipanti in presenza sono stati 4.585.433 (+14,7% rispetto al 2020) e le presenze 6.798.425 (+16,3% rispetto al 2020).
“In questo momento tutte le imprese della filiera stanno rispondendo ad una domanda che è persino superiore alle aspettative”, commenta Gabriella Gentile,Presidente di Federcongressi&eventi.”Il mercato chiede eventi, e li vuole in presenza. Il virtuale è stato una risposta importante durante la pandemia e continuerà a rappresentare una modalità possibile anche in futuro ma il valore degli incontri di persona è sicuramente uscito rafforzato dallo stop imposto dal Covid. E il ruolo economico, culturale e sociale degli eventi e dei congressi è sempre più riconosciuto anche dalle Istituzioni”.
E il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, nel suo saluto, evidenzia che “ i dati presentati sono importanti,in particolar modo in questo momento in cui stiamo scrivendo il Piano Strategico del Turismo 2023-2027 e il ruolo della vostra associazione è importante per programmare e progettare insieme il futuro”.
La maggior parte dei congressi e degli eventi si è svolta al Nord (65,2%), il 21,8% al Centro, il 9,4% al Sud e il 3,6% nelle Isole.
Per quanto riguarda le sedi, gli alberghi congressuali sono la tipologia più utilizzata (72,8% degli eventi totali). I Centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il 4,4% degli eventi mentre le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli,palazzi storici, ville…) il 3,6%.
Le normative in essere nel 2021, con particolare riferimento al distanziamento, hanno delineato una differente modalità di utilizzo delle sedi a favore di quelle di grandi dimensioni. Le sedi con una capacità complessiva di oltre 2.500 posti hanno infatti aumentato del 73,2% gli eventi ospitati.
Gli eventi nazionali (con partecipanti provenienti prevalentemente da fuori regione) hanno rappresentato almeno la metà del totale per il 42,4% delle sedi, mentre gli internazionali 8 con partecipanti provenienti in percentuale significativa dall’estero sono stati ospitati dal 38,3% delle sedi, per l’84,8% delle quali hanno rappresentato meno di un quarto degli eventi totali.
Per quanto riguarda le prospettive future, la fase di ripresa è confermata anche dal sentiment espresso dalle sedi al momento della rilevazione.
Roberto Nelli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio sottolinea che “di fronte alle opportunità di sviluppo che il mercato sta mostrando, le sedi italiane appaiono pronte a rispondere mettendo in atto strategie incentrate sulla trasformazione digitale e sul rinnovamento delle proprie caratteristiche strutturali secondo la prospettiva della sostenibilità, con l’obiettivo di offrire con flessibilità esperienze di grande qualità, coniugando sapientemente ambiente fisico, realtà virtuale e cultura”.
Furio Reggente