Dimmi come e quanto spendi, scopri quanto inquini

Avere un padre anziano significa, ad un certo punto, dover chiedere l’accesso a una serie di informazioni sino a un attimo prima riservate.

Accade così che la cartellina contenente i referti di una serie infinita di esami sia scandagliata da cima a fondo, che il mazzo di chiavi una volta nelle mani del fidato portiere passino – non senza ritrosia – in quelle dei figli, che tutti i codici di accesso ai conti correnti siano integralmente condivisi.

Il Babbo oggi si confonde e infine capitola dinanzi alle nuove informazioni in bella vista nell’APP del suo istituto bancario di fiducia. “Ho generato 153,72 Kg di CO2 con un movimento bancario!” dice allarmato al telefono “sono mortificato e non so come ciò sia stato possibile”, conclude.

Con il timore che abbia davvero fatto qualcosa di drammatico accedo all’APP in qualità di delegato. E, con somma sorpresa, trovo una nuova voce a fianco dei movimenti che misura le emissioni generate dai clienti/cittadini, stimate sulla base delle spese fatte. Per fortuna leggo subito che le folli emissioni del Babbo corrispondono agli ultimi 30 giorni; vengo poi edotta che quei 153,72 kg corrispondono a un viaggio Milano – Lecce con un’auto a benzina e che sono nettamente inferiori alla media nazionale.

Misurare l’impatto sul riscaldamento globale

La sfida di fare educazione ambientale laddove non la aspetti e dove, soprattutto, l’attenzione è massima, sembra davvero interessante. Esploro i contenuti e imparo per prima cosa che l’impatto ambientale di ogni transazione in contanti è pari a 4,6 grammi di CO2equivalenti, contro le transazioni digitali, pari a 3,78 grammi di CO2 che hanno, quindi, minore impatto sul riscaldamento globale.

Uno studio olandese precisa che, nel caso dei pagamenti contanti l’impatto è dovuto – in particolare – alla fase di produzione delle monete (32%) e a quella “operativa” (64%), che include l’esercizio degli sportelli automatici e il trasporto di monete e banconote. Nel caso dei pagamenti digitali il 75% della CO2 è legato ai terminali di pagamento, accesi h24.

L’utilizzo di energia totale medio per transazione al terminale è di 0,23 Wh. Le operazioni che richiedono maggiore energia sono la lettura della carta, la creazione di un messaggio di autorizzazione, la stampa – peraltro facoltativa – dello scontrino.

Strategie alternative

La diminuzione dell’impatto delle transazioni cashless potrebbe avvenire grazie a semplici soluzioni: utilizzo di energia rinnovabile per il funzionamento dei POS e dei data center, aumento della durata della vita delle carte di debito da 3,5 a 5 anni. Il risparmio sarebbe del 44% circa.

Inoltre, ridurre la modalità standby del 50% abbasserebbe l’impronta ambientale delle transazioni con carte di debito dell’11%. Questo, secondo lo studio del 2019, sarebbe possibile fissando alcuni momenti per l’aggiornamento dei software, permettendo così ai rivenditori di spegnere i POS quando il negozio è chiuso, senza doverli tenere accesi 24 ore al giorno.

CO2, unità di misura del cambiamento climatico

Il razionale sta nell’usare come valore di riferimento la quantità di anidride carbonica emessa per misurare l’impatto che i diversi gas serra hanno sull’ambiente. Lo strumento di partenza è un database europeo che indica i valori di emissione correlati a ogni categoria di spesa. Valorizzati per aree geografiche, rappresentano un modello di calcolo verificato e certificato dalla Ernst & Young.

I parametri seguiti sono:

  • Importo e categoria di spesa della transazione,
  • Classificazione COICOP (classification of individual consumption by purpose),
  • Valore medio di anidride carbonica emessa dagli italiani per ogni categoria di spesa, calcolato su dati disponibili su EUROSTAT ed EXIOBASE relativi ai consumi privati e all’utilizzo di beni e servizi,
  • Paese di riferimento.

Adottare uno stile ecologico è un trend a beneficio del Pianeta

Conoscere la stima di anidride carbonica emessa per ogni euro speso in categorie specifiche può davvero creare consapevolezza e cambiare le abitudini? Forse sì!

Essere pienamente coscienti del fatto che ogni azione – anche fare un bancomat – ha effetto, non solo potenzialmente, bensì realmente sul riscaldamento globale del gas serra su un orizzonte di 100 anni spaventa. Soprattutto, pur nel rispetto dei nostri padri, se guardiamo ai nostri figli e nipoti.

Chiara Francesca Caraffa